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Onicodistrofie

  • Autore: Dott.ssa Bonaddio
  • 02 set, 2019

unghia (latino ungula) è una struttura semitrasparente con cui finisce l'estremità delle dita di molti animali, essere umano compreso. Essa ha come scopo facilitare la presa, contribuire alla stabilità strutturale delle dita, dare supporto a limitare l'usura delle estremità a contatto del terreno. Protegge da traumi, mantiene la sensibilità tattile del polpastrello e facilita le azioni fini delle dita. Le varie forme di unghie prendono a seconda delle specializzazioni funzionali nomi differenti come artigli, zoccoli, ecc.

Il costituente principale è la cheratina suddivisa in più strati. L'unguis è la parte esterna e più dura, con fibre perpendicolari alla direzione di crescita. La parte sottostante è meno dura e a struttura lamellare. Le unghie delle scimmie antropomorfe e di molti altri primati sono formate solamente dalla unguis (mancando la sub-unghia), mentre altri gruppi come molti cebidi, possiedono artigli.

unghia differisce dai capelli o dalla pelle perché le cellule che la formano – i cheratociti – non desquamano, se non in particolari processi patologici. La sua durezza dipende dal bassissimo contenuto d’acqua, che non può trattenere per la quasi assenza di lipidi, e dall’alto contenuto di solfuri rispetto alla pelle. La plica ungueale è traslucida; il colorito roseo è impartito dal letto ungueale dove vi aderisce mentre il colore vira al bianco ove l’unghia si stacca da esso. Le unghie hanno una crescita lenta e continua, con una velocità di crescita maggiore nelle unghie delle mani (1.8-48 mm/mese) che non in quelle dei piedi (1.8 mm/mese). La sostituzione dell’intera lamina richiede, quindi, dai 4 ai 6 mesi per le unghie delle mani e dai 12 ai 18 mesi per le unghie dei piedi. Tale velocità si riduce in modo sensibile nell’anziano e può essere ridotta o aumentata in numerose situazioni fisiologiche o condizione patologiche.

unghia o placca ungueale ha una struttura anatomica particolarmente complessa.
È composta dalla lamina ungueale (l’unghia comunemente detta) e dai tessuti circostanti (perionichio, eponichio,iponichio, letto ungueale e matrice ungueale).

La lamina è suddivisa in tre parti:

1. un margine libero distale, separato dal polpastrello dal solco sottoungueale,

2. una porzione fissa che aderisce strettamente al letto ungueale;

3. una parte prossimale, non visibile all’occhio che si estende sotto il perionichio.

La lamina dell’unghia è prodotta dalla matrice ungueale e non contiene elementi germinativi (cellule basali).

La matrice ungueale costituisce la zona di crescita dell’unghia. È formata da epitelio germinativo (cellule basali) dalla cui differenziazione deriva interamente la lamina ungueale. Le cellule della matrice presentano un orientamento longitudinale; la pressione esercitata dalla plica ungueale prossimale fa si che l’unghia cresca in direzione distale piuttosto che in spessore.
In senso longitudinale, la matrice si estende per 5-6 mm dal margine della cuticola, per andare a rivestire intimamente l’inserzione del tendine estensore e l’articolazione interfalangea. La matrice, visibile al di sotto della lamina ungueale attraverso la lunula, distalmente è in continuità con il letto ungueale. Essa è coperta da un piccolo strato epidermico, ma non presenta le creste che sono invece caratteristiche del letto ungueale.

Purtroppo le unghie possono essere soggette ad alterazioni di vario tipo; ad oggi, oltre alle infezioni fungine, si osservano in maniera sempre più marcata, le ONICODISTROFIE.

L'onicodistrofia è un'alterazione del trofismo dell'unghia, che può riconoscere cause diverse e si manifesta generalmente con un cambiamento morfologico dell'unghia interessata. Può manifestarsi a carico di qualsiasi unghia, sia delle mani sia dei piedi. Alcune onicodistrofie sono causate da traumi, ad esempio incidenti sportivi o professionali o ancora determinati da calzature troppo strette (distrofia ungueale traumatica). Altre sono provocate da alterazioni della matrice ungueale e delle strutture che circondano l’unghia,dovute a malnutrizione per difetto (specie carenze di minerali). Altre cause sono le infezioni fungine (onicomicosi) o batteriche e l’onicopsoriasi. Una onicodistrofia comune è la distrofia artrosica della lamina ungueale, piuttosto comune dai 60 anni in poi, specie nelle donne: l’artrosi è una patologia a carico delle articolazioni può alterare il normale percorso vascolare e neuro-sensoriale delle falangi distali di mani e piedi e tutto ciò è in grado di creare una alterazione a carico della matrice dell’unghia comportando una fragilità e più genericamente una alterazione della lamina.

Le unghie affette da onicodistrofia sono fragili ed hanno maggior rischio di rottura (onicolisi): si scheggiano e si sfaldano frequentemente e la loro superficie appare più o meno frastagliata ed ondulata. Il colore di un’unghia affetta da onicodistrofia vira verso il giallastro o il grigio opaco. Il medico, per fare diagnosi, si serve di anamnesi, esame obiettivo ed eventualmente altri esami come quelli di laboratorio e di diagnostica per immagini (ad esempio radiografia in caso di traumi). Il medico in alcuni casi può decidere di rimuovere un campione di tessuto da sotto l’unghia per identificare il fungo responsabile dell’infezione. I tempi affinché un’unghia ricresca completamente sono molto variabili: in genere sono necessari dai 4 ai 6 mesi per le unghie delle mani e dai 12 ai 18 mesi per le unghie dei piedi, ma non è da escludere che condizioni molto gravi la danneggino irreparabilmente, specie in individui anziani, debilitati e/o malnutriti, oppure se la causa è una infezione e questa non viene del tutto debellata. E' soprattutto per questo motivo che i trattamenti topici hanno tempi piuttosto lunghi (generalmente non inferiori ai 6 mesi) e il paziente deve essere consapevole che non deve demordere quando, secondo la sua percezione, il trattamento non ha avuto alcun beneficio.

È importante utilizzare prodotti adeguati per contrastare tale problematica al fine di migliorare lo stato della lamina ungueale, prevenire o evitare alterazioni maggiori o sensazioni di fastidio o dolore. I trattamenti specifici capaci di trattare le alterazione delle unghie e prevenire le recidive, devono svolgere una doppia azione:

· promuovere la guarigione della lamina ungueale;

· proteggere l’unghia da aggressioni esterne grazie alla formazione di un film protettivo sulla sua superficie, che riduce il rischio di infezioni.

Ecco alcuni consigli per mantenere in buona salute le nostre unghie:

1. per prevenire i danni alle unghie, non serviamoci delle unghie per graffiare, spingere o far leva.

2. Non mangiamo le unghie e non strappiamo le pellicine (cuticole). Queste abitudini possono danneggiare il letto ungueale.

3. Teniamo le unghie asciutte e pulite, in questo modo impedirete ai batteri, ai funghi o ad altri microrganismi di proliferare sotto le unghie.

4. Tagliamo e limiamo le unghie regolarmente. Tagliamo le unghie senza arrotondarle sui lati (per evitare che si incarnino) e limatiamo le zone ispessite. Usiamo le forbicine o i tagliaunghie da manicure e la limetta per limare i bordi.

5. Le scarpe che premono troppo sulle dita o le stringono troppo possono far incarnare le unghie nella pelle che le circonda.

6. Non trascuriamo eventuali problemi. Se un’unghia manifesta un qualche sintomo che non accenna a scomparire andiamo dal medico per una verifica.

7. Se le unghie sono fragili possiamo applicare uno smalto indurente e verifichiamo la nostra alimentazione: anche in questo caso la dieta riveste un ruolo fondamentale per la bellezza e la salute delle nostre unghie. Tra gli alimenti che danno nutrimento alle nostre unghie ricordiamo il salmone ricco di Omega 3, vitamine B12 e D, proteine e ferro; i fagioli e le lenticchie forniscono proteine, ferro e zinco, essenziali per la salute di capelli e unghie. Andrebbero assunti almeno un paio di volte a settimana e sono perfetti se abbinati ai cereali integrali, che in questo modo forniscono all’organismo delle proteine complete, in grado persino di sostituire la carne nella dieta. La biotina(vitamina H), aiuta a farle crescere più velocemente. La frutta secca come noci, mandorle e pistacchi contiene ferro, magnesio, potassio, Omega 3 e vitamine, tutte sostanze nutritive necessarie per irrobustire unghie. Le carote sono ricche di vitamina A, antiossidanti e betacarotene; per le unghie che si spezzano, problema causato generalmente da una carenza di zinco, l’ostrica è uno degli alimenti più ricchi, ma occorre consumarla con attenzione se si soffre di colesterolo alto.

Autore: dott. Stefano Hallgass 27 lug, 2020

Carissimi amici della farmacia HALLGASS con questo articolo di lunedì 27 luglio, chiudiamo gli appuntamenti con il nostro blog e ripartiremo a settembre con nuovi temi dedicati alla salute ed al benessere.

Oggi vogliamo dedicare l’articolo a tutte le future mamme…leggiamo insieme...

Quando si è in dolce attesa affrontare l’estate crea qualche piccola ansia e per le neo mamme anche mille interrogativi!

Si può certamente prendere il sole con il pancione, ma è sempre bene seguire qualche precauzione. Il periodo in cui bisogna fare maggiore attenzione nell’esporsi al sole è il primo trimestre: eccessivo affaticamento e disidratazione potrebbero compromettere lo sviluppo del feto.

Nel secondo trimestre è importante evitare l’insorgere di macchie sulla pelle e di rendere permanente quella linea scura che si va delineando sull’addome.

Nel terzo trimestre invece ci si può concedere a un po’ di sole.

Per evitare la comparsa di macchie solari ( cloasmi ) è bene utilizzare molte creme ad alta protezione ed evitare l’esposizione nelle ore più calde. Preferire zone d’ombra pur rimanendo vicini al mare e bagnarsi spesso le gambe con piccole passeggiate evita fastidiosi problemi legati alla circolazione (anche le variazioni ormonali intervengono sui vasi sanguigni).

Piccoli consigli?

Mantenere sempre idratato il corpo bevendo molta acqua, fare attenzione all’alimentazione (preferire frutta e verdura con buccia ben lavata o eliminata) ma soprattutto evitare il sole diretto sul pancione, che potrebbe stressare il feto.

Come già detto è fondamentale la protezione solare e La crema scelta deve avere un ampio spettro di protezione elevato sia per i raggi UVA che per i raggi UVB. Il grado di protezione in genere si basa sul fototipo. Generalmente viene sempre raccomandato di non scendere mai sotto i 15 spf anche se, chi ha una carnagione chiara  e sta esposto al sole per molto tempo, dovrebbe adottare protezioni più elevate.

Per la quotidianità non fatevi mancare una crema  crema idratante con un fattore protezione per proteggere la pelle del vostro viso  soprattutto se siete a rischio di sviluppare il cloasma gravidico.


Le creme solari vanno applicate  circa 20 minuti prima dell’esposizione al sole e per  essere efficaci devono essere spalmate regolarmente e generosamente.

 

La gravidanza ha bisogno di prudenza nell’esposizione al sole ma sarà un ricordo straordinario in attesa di vivere una nuova meravigliosa vita!

Buon mare a tutte le NEO MAMME dallo staff della FARMACIA HALLGASS!

Autore: dott.Stefano Hallgass 20 lug, 2020

La Vitamina F o Omega 3 è un elemento fo­ndamentale per il be­nessere del nostro organismo e soprattut­to per la nostra pel­le: una sostanza in grado di ridurre la pressione arteriosa, controllare il live­llo di trigliceridi e colesterolo ma che ha anche il potere di rendere luminosa la pelle e rinforzare unghie e capelli.​
La Vitamina F, conos­ciuta anche come Ome­ga 3, nasce dall'uni­one di​ due​ acidi grassi essenziali,​ l’acido linoleico​ e l’acido alfa-linolei­co, ai quali si aggi­unge l’acido arachid­onico.

Questa vitamina, ess­enziale e fondamenta­le​ per il nostro organismo, non viene prodotta dal nostro copo: si tratta infa­tti di una vitamina liposolubile che si accumula e che viene rilasciata quando è necessario. Si può introdurre nell'orga­nismo attraverso par­ticolari alimenti op­pure tramite l'utili­zzo di integratori. Inoltre, grazie alle sue funzionalità ant­infiammatorie previe­ne​ effetti infiamma­tori su tendini, art­icolazioni e muscoli, ottimo per uno spo­rtivo.

Possiamo trovare la vitamina F, oltre che in particolari al­imenti, anche all'in­terno di prodotti be­auty utilizzati non solo per la cura del­la pelle, ma anche per avere capelli più corposi e luminosi e in alcune maschere viso.

Come possiamo assume­re VITAMINA F?
La possiamo trovare principalmente negli oli vegetali, come ad esempio l'olio di girasole, quello di mais, l'olio di ara­chidi e di soia, opp­ure nella frutta ole­osa come mandorle e noci e nella frutta secca come pistacchi e arachidi. Anche alcuni pesci sono ric­chi di Vitamina F: è il caso per esempio di​ acciughe, sgomb­ro, aringhe, salmone, trota e persino cr­ostacei, bisognerebbe approfittarne in questo periodo estivo. Ma anche altri ali­menti ci possono dare la giusta dose di Vitamina F, tra ques­ti:​ ​ tofu, zaffera­no, caviale, alghe, avena e nei​ vegetali a foglie verdi, co­me ad esempio gli sp­inaci. È fondamentale ricordare che la Vitamina F è sensibile al calore e potreb­be quindi perdere le sue proprietà benef­iche: gli alimenti che la contengono qui­ndi devono essere te­nuti in frigorifero ed essere sottoposti a brevi cotture per non alterare le fun­zionalità della Vita­mina F.
Per star bene dunque e far bene anche alla nostra pelle ric­ordiamoci la VITAMINA F e quando possiamo non esitiamo!

Per qualche suggerim­ento in più ti aspet­tiamo in farmacia e potrai scoprire anche i tanti prodotti beauty che hanno VITA­MINA F!

#invacanza #insalute​ con #hallgass​

Autore: dott.Stefano Hallgass 13 lug, 2020

Per avere i giusti benefici dopo un allenamento è importante curare la nostra alimentazione soprattutto dopo la fine degli esercizi.

Per iniziare ricordatevi dell’IDRATAZIONE. Difficilmente in allenamento si assume un’adeguata quantità di liquidi. Questo genera stati di disidratazione più o meno gravi che possono compromettere anche la prestazione. Il recupero dell’equilibrio idrico dell’organismo ha quindi la precedenza anche sul reintegro del glicogeno consumato. Se impegniamo il nostro fisico ad una attività medio-elevata possiamo  perdere anche più di un litro di liquidi ogni ora tra sudore (88%), urina (4%) e respirazione (8%). Se non assunti durante lo sforzo, devono essere reintegrati subito dopo.

Un argomento importantissimo è anche il corretto “timing” nel consumo dei carboidrati post allenamento. Bisogna tener presente sia la quantità di carboidrati da consumare che la velocità di assorbimento degli stessi. La stessa quantità di carboidrati consumata immediatamente dopo l’allenamento garantisce una sintesi di glicogeno doppia rispetto allo stesso pasto consumato due ore dopo. 

Un altro fattore molto importante è il frazionamento del pasto. Meglio ingerire ad esempio 400 kcal in 4 pasti da 100 kcal ciascuno ogni 15 minuti che non farne solo uno.

Non trascuriamo anche le scorte di glicogeno presenti nei muscoli ed approfondiamo insieme per capire meglio di cosa parliamo. Il reintegro delle scorte è fondamentale per completare i processi di recupero, soprattutto per chi sia allena più volte al girono. Dopo le gare o gli allenamenti più intensi si dovrebbero ingerire almeno 7g di carboidrati per ogni chilo di peso corporeo se si desidera ripristinare le scorte utilizzate ed essere pronti per il training del giorno successivo. Non basta riposarsi dopo uno sforzo intenso: è necessario ripristinare il glicogeno nei muscoli.

A tal proposito ci chiediamo anche se l’assunzione di proteine e aminoacidi ha un ruolo importante  nella sintesi del glicogeno muscolare. In realtà se la quantità di carboidrati ingerita è sufficiente non servono altre sostanze per stimolarne l’assorbimento. Se invece la quantità di carboidrati consumata nel  post allenamento non è elevata l’integrazione può essere di aiuto. L’assunzione di proteine e aminoacidi nei minuti post training è comunque utile perché favorisce la ricostruzione dei tessuti muscolari “danneggiati” dall’intensa attività sportiva. Questo permetterà nel tempo di sostenere uno sviluppo muscolare adeguato.

Insomma ci vuole anche il giusto allenamento ad una corretta alimentazione post attività sportiva!

#hallgass #blog e sport


Autore: dott. Stefano Hallgass 06 lug, 2020

I bambini, come sappiamo,hanno la pelle molto sensibile e la funzionalità dei melanociti (le cellule che producono la melanina) è ridotta per molti mesi dopo la nascita, raggiungendo la piena stabilità solo nella pubertà.

Per questo dobbiamo fare molta attenzione ad esporre i bimbi al sole.

Qualche grande istituzione addirittura, coma la Skin Cancer Fondation americana, si spinge oltre consigliando di evitare il sole diretto fino a un anno di età e di coprire con cappellino e indumenti a trama fitta i bambini con fototipi più bassi.

Sono regole per prevenire le scottature (con l’aumento del rischio di sviluppare tumori della pelle in età adulta) e altre irritazioni cutanee, che si possono ricordare ai genitori che chiedono consigli su come proteggere la delicata pelle del proprio bambino e su quale solare acquistare per schermarla adeguatamente e in tutta sicurezza.

Il dermo-solare indicato per i più piccoli deve avere le seguenti caratteristiche:

• privo di alcol e profumi

• fattore molto alto (SPF 50+) per la prima-seconda settimana di esposizione, mentre nei giorni successivi sarà alto (30-40) o medio (20-30) o basso (10-20) a seconda del fototipo del bambino.

Per i bambini con la pelle atopica (infiammazione e macchie riosse) vanno consigliati i solari dedicati: sono formule di composizione molto semplice (per evitare sensibilizzazioni) e non sono troppo coprenti,  per prevenire la sudamina o miliaria (infiammazione cutanea provocata dall’ostruzione delle ghiandole sudoripare e dal successivo trattenimento del sudore),  che potrebbe aggravare il prurito.

Nelle zone più delicate, come occhi, labbra e naso, potete ricorrere agli stick; mentre sono anche molto apprezzate le linee  resistenti alla sabbia, che però hanno lo svantaggio di avere una consistenza molto densa, che rende più difficile una distribuzione uniforme su tutta la superficie da proteggere, col rischio di lasciar zone suscettibili alle scottature.

Come avere una protezione davvero efficace ? Quali le dosi consigliate?

Con un sole molto caldo si consiglia di applicare il prodotto anche ogni due ore, ma regolatevi con l'attività del bambino e ricordatevi che la spiaggia ed il mare è una bella avventura anche per lui.

Importante è pure l'uso del doposole, essenziale anche per la delicata pelle dei bambini. In crema o spray, i baby aftersun sono lenitivi, rinfrescanti e contengono sostanze antiossidanti, come la vitamina E, studiati per dar sollievo alla pelle e per contrastare la produzione di radicali liberi. Non devono contenere allergeni noti e profumi.

Buona spiaggia con i vostri piccoli, ma con la giusta prevenzione!

#hallgass per i bimbi #estate #mare #protezionesolare

Autore: Stefano Hallgass 29 giu, 2020

Appena arriva l’estate non vediamo l’ora di affondare i nostri denti in una dolcissima fetta d’anguria, anche se dopo i primi morsi iniziamo a pensare se gonfierà la pancia,se farà ingrassare, o se troppo ricca di zucchero.

L’anguria non fa assolutamente ingrassare, è infatti un frutto ipocalorico, con le sue 30 Kcal ogni 100 grammi ed è costituita per più del 90% da acqua, per cui è un frutto altamente idratante.

L’Anguria è ricca di sali minerali, fra cui magnesio, potassio e fosforo, ma anche calcio e rame. Il magnesio contribuisce a farci recuperare vitalità dopo uno sforzo fisico, il potassio è importante, fra le altre cose, per il mantenimento dell’equilibrio idro-salino, il fosforo invece, insieme al calcio, è fondamentale per la salute delle ossa.

Il frutto contiene anche molte vitamine, in particolare vitamina A, C e del gruppo B come anche il licopene, una molecola ad azione antiossidante e protettiva.

 

I benefici che il consumo di anguria apporta sono dunque molteplici e straordinari. In particolare aiuta moltissimo a contrastare la ritenzione idrica perchè ricca di sali minerali, fra cui il potassio che contribuisce alla regolazione dell’equilibrio idro-salino del nostro corpo e contrasta anche l’insorgenza della cellulite, che è correlata proprio alla ritenzione di liquidi e pertanto contribuisce ad avere un corpo più snello ed asciutto.

 Quanta anguria mangiare dunque al giorno per stare in forma?

Il nostro consiglio è di non mangiarla a fine pasto dal momento che l’acqua in essa contenuta può andare a diluire i succhi gastrici rendendo più lenta e difficoltosa la digestione, mangiare una fetta di cocomero a colazione è l’ideale per chi voglia iniziare la giornata con una sferzata di energia e di freschezza, possibilmente accompagnata da cibi proteici oppure a basso indice glicemico, come una bruschetta di pane integrale con olio e pomodoro.

Il cocomero si presta bene anche come piccolo spuntino alla sera, poiché, favorendo il rilascio di serotonina, concilia il riposo notturno.

In generale, dato l’esiguo contenuto calorico, si potrebbe mangiare l’anguria anche tutti i giorni nelle giornate estive, ma attenzione alle quantità, proprio per via del contenuto di zuccheri. Una porzione da 200 grammi potrebbe essere quella giusta per un saziante e appagante spuntino.

Unico difetto è l’elevato indice glicemico pertanto è sconsigliato alle persone diabetiche.

Evitare abusi anche a chi soffre di problemi digestivi.

Per finire ricordate anche l’effetto lassativo, che si farà decisamente sentire se mangeremo grosse quantità di anguria!

Ma l'anguria fa assolutamente bene e potete davvero mangiarla con gusto nelle calde giornate di questa prossima stagione!

Buona estate dalla farmacia #hallgass


Autore: dott. Stefano Hallgass 22 giu, 2020

Molto spesso si beve quando si ha sete, ma in realtà meglio consumare acqua in qualsiasi ora del giorno e scopriamo insieme perchè: il sintomo della sete è il segnale che il nostro organismo è in lieve disidratazione ed il rischio si corre soprattutto in estate quando la perdita dei liquidi si accentua. Vediamo insieme quali sono i sintomi del bisogno di acqua che molto spesso sottovalutiamo perché insospettabili o trascurati.

1.Si dorme male

Da recenti studi si è visto come persone con densità e presenza di sali nelle urine (quindi scarsa idratazione) dormissero male. Quando l’organismo non è ben idratato produce una quantità maggiore di vasopressina, un ormone che ha la funzione di trattenere i liquidi cosa che influisce sui ritmi cardiaci provocando molti risvegli durante la notte.

2.Labbra screpolate

Se la pelle appare secca ed abbiamo labbra screpolate, con l’arrivo del sole estivo e qualche tintarella di troppo, si pensa sia colpa dei raggi caldi della bella stagione, ma in realtà serve idratare la pelle anche da dentro introducendo una giusta quantità di liquidi. Le nostre cellule cutanee sono costituite di acqua e se questa viene a mancare appassiscono proprio come una piantina. Quindi bere parecchio è importante anche per la nostra pelle.

3.Cali di memoria

La perdita di acqua da parte del nostro corpo causa difficoltà di concentrazione e spesso anche la cefalea è legata alla disidratazione (a causa dei neuroni che sono più eccitabili nei confronti degli stimoli esterni). La nostra idratazione, quindi bere regolarmente acqua, aiuta l’attività cerebrale. In primis se i neuroni hanno la giusta quantità di acqua viaggiano più rapidamente verso le sinapsi.

4.Crampi

I crampi sono spesso frequenti a causa della mancanza di acqua nel nostro organismo perché il tessuto muscolare ne è ricco. Se manca l’acqua ai muscoli vi è accumulo di acido lattico soprattutto dopo qualsiasi tipo di attività fisica. In questo caso, oltre a fare una buona scorta di acqua, vi consigliamo una buona scorta di cibi ricchi di sodio e potassio (melone, ananas, banane, pomodori, sedano, ecc….).

5. Alito

E per finire, state attenti anche al vostro alito che, se lo sentite spesso pesante o sgradevole, non è un problema del dentista, ma qualcosa non và. L’alito diventa sgradevole perché la poca saliva non riesce a neutralizzare i batteri che si formano nella bocca dopo i nostri pasti. I batteri attaccano i residui di cibo rimasti nella bocca e causano il cattivo odore. Bere significa anche aiutare la nostra salivazione.

Insomma l’acqua è la nostra prima energia e non deve mai mancare, pertanto non aspettate di aver sete durante la giornata, ma bevete qualche goccetto ogni tanto.

Autore: dott. Stefano Hallgass 15 giu, 2020

Arriva l’estate ed iniziano le manie per le diete: quale fare?

Seguire quelle che consigliano un solo alimento?

Vediamo insieme cosa succede…

Una delle regole fondamentali per avere un’alimentazione sana ed equilibrata è quella di variare la propria dieta e questo principio ci spinge a guardare negativamente le diete che prevedono il consumo di un solo tipo di alimento. Fanno parte di questa categoria anche  tutte le diete basate sul consumo giornaliero di un solo tipo di frutta: dieta dell’anguria, dieta dell’ananas, ai frutti di bosco,  e così via.

La frutta è ricca di carboidrati semplici e consumando solo frutta si rischia di privare l’organismo di altri macronutrienti quali carboidrati complessi, proteine e grassi. Da non dimenticare inoltre che il consumo eccessivo di frutta rischia di far lievitare il glucosio presente nel sangue reazione che può provocare un crollo glicemico e dopo poco tempo stimola ancora di più il senso di fame.

Il consumo di sola frutta farebbe quindi impennare l’assunzione giornaliera di zuccheri semplici mentre, secondo i valori LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti) elaborati dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) l’apporto giornaliero complessivo di zuccheri semplici dovrebbe essere inferiore al 15% delle calorie totali, mentre l’OMS indica un valore inferiore al 10%.

Ricordate anche che lo zucchero presente nella frutta è il fruttosio, il cui eccesso può causare tutti i problemi associati alla sindrome metabolica. Un eccessivo introito di fruttosio può inoltre mettere in pericolo anche il fegato, oltre la linea fisica: questo zucchero stimola infatti la produzione di trigliceridi, favorendo l’aumento di peso e lo sviluppo della steatosi epatica, ovvero la formazione di accumuli di grasso nel fegato.

Ma attenzione non dobbiamo esagerare e non stiamo dicendo che la frutta fa male…ma una dieta a base solo di frutta (come tutte le altre diete mono cibo) possono dare scompensi e non coprire tutte le necessità che richiede il nostro organismo.

Pertanto ricordate comunque che la frutta, se mangiata nelle giuste porzioni, fa bene al nostro organismo perché contiene vitamine, fibra, antiossidanti e sali minerali, è quindi fondamentale e va inclusa nella nostra alimentazione quotidiana. Non è invece concepibile una dieta a base di sola frutta, poiché sarebbe deleteria per la salute e non porterebbe ad alcun risultato.

Quindi sì alla frutta ma no ad una dieta solo di frutta.

Buon inizio estate dalla Farmacia Hallgass

Autore: Stefano Hallgass 08 giu, 2020

Inizia il primo sole e se quest’estate volete ottenere una tintarella perfetta basterà seguire alcuni importanti consigli: scegliere le giuste creme ed i giusti solari ma un ruolo fondamentale è quello legato all’alimentazione.

Prima regola fondamentale è l’idratazione:

E’ importante bere almeno due litri di acqua fresca ogni giorno. Oltre ai benefici apportati all’intero organismo, bere molta acqua aiuta anche la pelle a rimanere più elastica.

Per iniziare a preparare la nostra pelle all’abbronzatura si consiglia di utilizzare uno scrub sotto la doccia almeno una settimana prima di esporsi al sole. In questo modo eliminiamo le cellule morte ed in superficie avremo una pelle molto più tonica. Dopo lo scrub utilizzate poi una crema idratante.

Ogni giorno dopo l’esposizione e dopo una doccia fresca, si consiglia una lozione doposole, perfetta per re-idratare la pelle dalla secchezza causata dal caldo e dal sole e per mantenere a lungo la tintarella che tanto desideriamo avere.

Come accennato all’inizio del nostro post è importante mantenere la nostra abbronzatura grazie anche ad una sana alimentazione. IN particolare si suggerisce il consumo di cibi ricchi di melanina (ossia cibi ricchi di vitamina A e vitamina C).

L’alimentazione, poi, è uno dei principali fattori responsabili di una pelle sana: per un’abbronzatura doc, poi, si consigliano alimenti ricchi di melanina (dopo vedremo quali sono nel dettaglio), ossia cibi che contengono la vitamina A e la vitamina C.

Come riconoscere facilmente i cibi che hanno queste due vitamine?

Nel caso della vitamina A basta guardarne il colore: spesso gli alimenti che la contengono hanno il tipico colorito arancione, che indica anche la presenza di betacarotene. Alcuni esempi:  carote, albicocche, melone, arance, mango, ma anche pomodori, parmigiano e uova.

Per la vitamina C invece, il colore è misto ma eccovi da parte nostra un’altra lista da seguire : peperoni, cavolfiore, fragole,  limoni e  kiwi; tutti questi alimenti sono ottimi per il mantenimento della tintarella, ma anche per la prevenzione dell’invecchiamento cutaneo, grazie all’importante potere antiossidante.

Inoltre in estate si possono utilizzare centrifugati di frutta e verdure, ad esempio: un mix di carota, mela e fragola è perfetto per aiutare la pelle a mantenere l’abbronzatura oltre che ad essere davvero buonissimo e dissetante!

E se vi piacciono le ciliegie anche loro possono essere un valido alleato: con questo frutto si possono preparare moltissimi dolci (se siete golose) , ma potete mangiarle da sole perché sono ricche di moltissime proprietà nutritive e perfette anche per la dieta dell’abbronzatura.

Passate in farmacia e vi diamo buoni consigli per un’abbronzatura perfetta!

#sole #mare #abbronzatura #tintarella #perfetta #consigli #sana #alimentazione #farmacie #hallgass

Autore: dott. Stefano Hallgass 01 giu, 2020

L’estate è ormai alle porte ed è proprio ora il momento più indicato per iniziare a seguire un regime alimentare sano ed equilibrato grazie alla varietà di frutta e verdura che in questa stagione la natura ci offre. Le tavole si arricchiscono di prodotti dai colori caldi e gustosi ed oltre al palato, anche gli occhi ne vengono appagati.

Un alimento di cui sicuramente non bisogna fare a meno in questo periodo è la carota, un ortaggio molto amico della pelle e non solo.

La carota è molto ricca di beta carotene, un pigmento che prende il nome proprio dalla verdura da cui è stato isolato per la prima volta. Tra le numerose proprietà riconosciute al beta carotene vanno sicuramente menzionati l’elevato potere antiossidante e la sua capacità di contrastare la produzione di radicali liberi: è un precursore della vitamina A, un antitumorale indispensabile per il benessere degli occhi, del cuore, della crescita cellulare e della cute.

Oltre al beta-carotene, la presenza di altri nutrimenti come l’alfa-carotene, la luteina e la zeaxantina, nonché di numerose vitamine e sali minerali quali il potassio, il fosforo, il calcio, il magnesio, il selenio, il ferro, lo zinco, il rame, la vitamina B, la vitamina C, la vitamina E, l’acqua e le fibre, conferiscono alle carote numerosi benefici.

Innanzitutto si pensi all’importante ruolo svolto a livello gastrico ed intestinale: da un lato protegge le pareti dello stomaco e le mucose riducendo i disturbi gastrici ed intestinali e dall’altro regolarizza la motilità interna agendo sia come antidiarroico che come lassativo. Il buon funzionamento di questi organi fanno si che anche l’attività depurativa del fegato ne tragga benefici; inoltre, date le proprietà diuretiche e lassative il consumo di carote è particolarmente indicato in caso di calcoli, cistiti o problemi urinari. Il beta-carotene in sinergia con la vitamina C ne fa di questo ortaggio un alimento dall’alto potere antiossidante, in grado di rafforzare il sistema immunitario e di prevenire la formazione di radicali liberi; grazie invece alla presenza di fibre sono un valido aiuto per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. La vitamina A ed il beta- carotene sono inoltre noti per le proprietà benefiche agli occhi: agiscono a livello preventivo contrastando la formazione della cataratta e migliorano la vista notturna.

Infine ma non per importanza le carote sono molto utili per il rinnovamento della pelle. Il beta carotene stimola la produzione di melanina prevenendo secchezza cutanea e rughe e soprattutto proteggendo l'epidermide dai danni nocivi dei raggi ultravioletti che nella stagione estiva sono ancora più forti. Deve essere sfatata l'idea che mangiare carote faccia abbronzare, di contro è assolutamente vero che consumare carote almeno un mese prima dell'esposizione al sole, prepara i tessuti in modo da garantire una tintarella sana a duratura.  

Concludiamo con qualche suggerimento su come consumare carote.

Poiché il beta carotene e i nutrimenti in esse contenute si perdono con lunghe cotture, l’ideale sarebbe bere dei centrifugati di carota e mela al mattino per un effetto disintossicante e rigenerante, altrimenti utilizzarle come spezzafame mangiandole crude o preferire cotture brevi e semplici.

Infine è possibile fare un impacco di purea di carote cotte al vapore per ripristinare l’epidermide da dermatiti,  rossori o sfoghi cutanei dovuti anche ad eccessiva esposizione al sole.



Autore: dott. Stefano Hallgass 25 mag, 2020

Carissimi amici della farmacia Hallgass, ci stiamo quasi abituando a convivere con un nuovo accessorio, oramai di uso quotidiano, che sono le mascherine, e dobbiamo ancora resistere perché il periodo sarà ancora  molto lungo.

 

Come avete visto utilizzare le mascherine può portare a irritazioni e arrossamenti della pelle, soprattutto con l’estate alle porte.

Purtroppo, le mascherine non fanno respirare la pelle e non permettono il ricambio di aria facendo anche aumentare la sudorazione.

Se utilizzate poi, per lungo tempo, possono portare ad irritazioni della pelle.

Mentre ci riappropriamo di un po’ di normalità dobbiamo avere sempre con noi le mascherine, per proteggere noi stessi e gli altri, e dobbiamo anche imparare a prenderci cura della nostra pelle.

Come proteggerci?

Riportiamo qui di seguito alcune regole da seguire per evitare le irritazioni:

1 - Lavare spesso il viso, prima e dopo l’utilizzo della mascherina

2 - Usare una crema idratante almeno 2 – 3 volte al giorno.

3 - Controllate dove avete la pelle irritata, ad esempio zona naso, orecchie, guance, mento e poi guardate la mascherina che utilizzate, cosa c’è in corrispondenza della vostra irritazione.

4 - Cambiare mascherina, se si manifestano irritazioni,  e puntare alle chirurgiche che sono più leggere oppure a quelle fatte di cotone o con tessuti naturali.

 

Alcune zone del vsio sono poste sotto maggiore stress anche a causa di cerotti ed elastici utilizzati per mantenere le mascherine.


La zona dietro alle orecchie per esempio è una di queste soprattutto per chi porta occhiali: l’asta dell’occhiale e l’elastico della mascherina potrebbero contribuire a stressare il delicato strato di pelle. Per loro può essere utile applicare un cerotto traspirante sul padiglione auricolare o in alternativa sull'astina dell'occhiale in modo da offrire una protezione aggiuntiva.
Un altro modo per evitare lo sfregamento degli elastici dietro le orecchie, è creare una fascia elastica con velcro, che avvolga gli elastici, da fissare sulla nuca o utilizzare una graffetta grande, allo stesso modo del velcro”.
 

In ultimo è importante concentrarsi di più nel post utilizzo della mascherina, privilegiando prodotti per la detersione e l’idratazione delicati e adatti alle pelli più sensibili (a base di estratti di Calendula o di Camomilla.

In caso di persistenza o notevole arrossamento delle zone irritate non esitate a contattare un dermatologo.


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